Il Design Thinking secondo Bruno Munari

“Progettare è facile quando si sa come si fa.”

“Creatività non vuol dire improvvisazione senza metodo.”

Bruno Munari

 

La metodologia di progetto secondo Munari. Una riflessione su come progettare dal libro Da cosa nasce cosa [1].

The project methodology according to Munari. A reflection on how to design from the book Da cosa nasce cosa [1].

 

BrunoMunari

In questo libro Munari accompagna il lettore alla scoperta della metodologia di progetto e per far questo utilizza l’analogia tra progettare e fare un risotto attraverso una serie di operazioni successive :

Il metodo progettuale non è altro che una serie di operazioni necessarie, disposte in un ordine logico dettato dall’esperienza. Il suo scopo è quello di giungere al massimo risultato col minimo sforzo. Progettare un risotto verde o una pentola per cuocere lo stesso riso, richiede l’uso di un metodo che aiuterà a risolvere il problema. L’importante è, nei due casi accennati, che le operazioni necessarie siano fatte seguendo l’ordine dettato dall’esperienza. Non si può, nel caso del risotto, mettere il riso nella pentola senza aver messo prima l’acqua; oppure rosolare prosciutto e cipolla dopo aver cotto il riso, oppure cuocere riso, cipolla e spinaci tutto insieme. Il progetto del riso verde in questo caso fallirà e bisognerà buttar via tutto.”

In this book Munari accompanies the reader to discover the design methodology and to do this he uses the analogy between designing and making a risotto through a series of operations:

The design method is nothing more than a series of necessary operations, arranged in a logical order dictated by experience. Its purpose is to achieve maximum results with minimum effort. Designing a green risotto or a pot to cook the same rice requires the use of a method that will help solve the problem. The important thing is, in the two cases mentioned, that the necessary operations are carried out following the order dictated by experience. In the case of risotto, you cannot put the rice in the pot without having first put the water; or brown ham and onion after cooking the rice, or cook rice, onion, and spinach all together. In this case, the green rice project will fail and everything will have to be thrown away. “

Anche nel campo del design non è bene progettare senza metodo, pensare in modo artistico creando subito un’idea senza prima aver fatto una ricetta per documentarsi su ciò che è già stato fatto di simile a quello che si deve progettare; senza sapere con quali materiali costruire la cosa, senza precisarne bene la esatta funzione”.

Even in the field of design, it is not good to design without method, to think in an artistic way, immediately creating an idea without first having made a recipe to read up on what has already been done similar to what you have to design; without knowing what materials to build the thing with, without specifying its exact function “.

Munari, quindi, dopo averci introdotto nella metodologia progettuale, indica un elenco di settori che, in funzione delle loro caratteristiche, richiedono l’applicazione di una metodologia:

l’arredamento, l’abbigliamento, il campeggio, gli strumenti di misura, giochi e giocattoli didattici, musei e mostre, luna park, giardini, ambienti per anziani, cerniere-giunti-attacchi, allestimenti e grafica per le fiere commerciali, impaginazione, segnaletica, cinema e televisione, stampe, tappezzerie, piastrelle, grandi magazzini, valigeria, grafica nell’architettura, imballaggi, illuminazione, editoria, scaffalature“.

Munari, therefore, after introducing us to the design methodology, indicates a list of sectors which, according to their characteristics, require the application of a methodology:

“Furniture, clothing, camping, measuring instruments, educational games and toys, museums and exhibitions, amusement parks, gardens, environments for the elderly, hinges-joints-attachments, fittings and graphics for trade fairs, layout, signage, cinema and television, prints, tapestries, tiles, department stores, luggage, architectural graphics, packaging, lighting, publishing, shelving.”

What is a design problem ?problema-munariok“Il problema non si risolve da solo, ma contiene però tutti gli elementi per la sua soluzione, occorre conoscerli e utilizzarli nel progetto di soluzione.”

“The problem does not solve itself, but it contains all the elements for its solution, you need to know them and use them in the solution project.”

 

“Un problema può avere diverse soluzioni, anche qui occorre decidere quale scegliere.”

“A problem can have several solutions, even here it is necessary to decide which one to choose.

“Definito il problema è necessario smontarlo nelle sue componenti per conoscerlo meglio”.

“Once the problem has been defined, it is necessary to disassemble it into its components to get to know it better “.

 7-copia

Una volta definito il problema Munari traccia un processo per raggiungere e definire la soluzione cercata :

Un problema può avere diverse soluzioni, anche qui occorre decidere quale scegliere“.

Once the problem has been defined, Munari outlines a process to reach the sought solution:

“A problem can have several solutions, even here it is necessary to decide which to choose”.

 

 Dal riso verde allo …

im2

… schema del metodo di progetto

problema+munari+PER+DOC

Lo schema del metodo di progettazione non è uno schema fisso, non è completo e non è unico e definitivo. Una volta definito il processo di metodo Munari spiega, con esempi concreti e vari, la sua applicazione con le relative soluzioni.

The design method scheme is not a fixed scheme, it is not complete and it is not unique and definitive. Once the process of the method has been defined, Munari explains, with concrete and various examples, its application with the relative solutions.

 

ESEMPIO DI APPLICAZIONE DEL METODO.

EXAMPLE OF APPLICATION OF THE METHOD. EXHIBITION DESIGN PROJECT.

PROGETTO DI EXHIBITION DESIGN.

Il settore che a noi interessa indagare è quello dell’exhibition design e, per questo, riportiamo qui di seguito una sintesi, dal libro di Munari, dello sviluppo della metodologia messa in pratica nell’allestimento espositivo :

[P] Problema : partecipazione italiana all’Esposizione di Ginevra Telecom 79.

[DP] Definizione del problema: esposizione collettiva di 33 aziende italiane pubbliche e private, produttrici di servizi e apparecchiature per telecomuncazioni. Spazio per proiezioni, spazio per l’accoglienza. Collegamenti elettrici, elettronici e telefonici per tutti. Percorso definito per i visitatori.

[CP] Componenti del problema: definizione degli spazi per ogni espositore. Struttura modulare portante per collegamenti e segnaletica. Modulazione dello spazio usabile. Materiali ignifughi o autoestinguenti. Arredamento degli spazi con tavoli e sedili. Ingresso della mostra. Flusso del pubblico.

[RD] Raccolta dati: non si rende necessaria data la specificità della mostra e dato che mostre simili precedenti sono state progettate dagli stessi progettisti.

[C] Creatività: struttura modulata utilizzabile anche come struttura portante, divisori dei vari spazi e segnaletica. L’insieme dello spazio espositivo dovrà avere una unità visiva e plastica. L’ingresso della mostra dovrà richiamare il visitatore.

[MT] Materiali e tecnologie: lo spazio globale è delimitato da tessuti melaminizzati bianchi, della stessa misura dei divisori semitrasparenti. Un velario di tela comune di colore scuro, nasconde le travature in cemento dell’ambiente preesistente e copre le finestre.

[SP] Sperimentazione: posizione e tecnica di stampa delle scritte sui teli semitrasparenti. Dimensionamento delle parti rispetto al tutto. Studi e prove degli attacchi.

Disegni costruttivi: Modello dello spazio disponibile, secondo i rilievi effettuati. Modelli di probabili percorsi per il pubblico. Modelli al vero delle quinte semitrasparenti. Modello al vero di una parte dell’allestimento. Modello di una parte della facciata.” 

The sector we are interested in investigating is that of exhibition design and, for this reason, we report below a summary, from Munari’s book, of the development of the methodology put into practice in the exhibition set-up:

[P] Problem: Italian participation in the Geneva Telecom Exhibition 79.” 

[DP] Definition of the problem: collective exhibition of 33 Italian public and private companies, manufacturers of telecommunications services and equipment. Space for projections, space for hospitality. Electric, electronic and telephone connections for everyone. Path defined for visitors.”

[CP] Components of the problem: definition of the spaces for each exhibitor. Modular load-bearing structure for connections and signs. Usable space modulation. Fireproof or self-extinguishing materials. Furnishing of the spaces with tables and seats. Entrance to the exhibition. Audience flow.” 

[RD] Data collection: it is not necessary given the specificity of the exhibition and given that previous similar exhibitions were designed by the same designers.”

[C] Creativity: modulated structure that can also be used as a load-bearing structure, dividers of the various spaces and signs. The whole of the exhibition space must have a visual and plastic unity. The entrance to the exhibition must call the visitor.”

[MT] Materials and technologies: the global space is delimited by white melamine fabrics, the same size as the semi-transparent dividers. A curtain of common dark colored canvas hides the concrete beams of the pre-existing environment and covers the windows.” 

[SP] Experimentation: position and printing technique of the writings on semitransparent sheets. Sizing of the parts with respect to the whole. Studies and evidence of the junctions.”

Construction drawings: Model of the space available, according to the surveys carried out. Models of probable routes for the public. True models of semitransparent wings. Real model of a part of the set-up. Model of a part of the facade.”

 

im3Il progetto di allestimento è dell’architetto Achille Castiglioni con la collaborazione di Paolo Ferrari. La progettazione grafica è di Max Huber.

—————————————————————–

[1] Bruno Munari, Da cosa nasce cosa, Bari, Laterza, 1981, pp. 16-17, 37, 40, 60, 61,62, 307-317.

Recommended Citation
Rubessi, C. (2020) “Il Design Thinking secondo Bruno Munari | Design Thinking according to Bruno Munari”, ThinkingSpaces, https://www.chiararubessi.com/2020/06/23/munari/

Enzo Mari e l’allestimento degli spazi

In questo post vorremo dare rilevanza agli allestimenti di Enzo Mari che realizzò per diverse aziende, come Danese e Bompiani o per fondazioni ed enti come  l’allestimento della mostra Voudou. Vodun: African Voodoo, che Mari ha progettato nel 2011 per la Fondation Cartier di Parigi.

Nel 1970 presso il Musée des Arts Décoratifs, Palais du Louvre, Pavillon de Marsan a Parigi viene inaugurata la mostra dal titolo Contenir, regarder, jouer (14 janvier-9 mars) con una selezione di oggetti di Danese Milano.

 

Fonte https://www.danesemilano.com/it/history_1970_1979
http://www.artnet.com/artists/enzo-mari/contenir-regarder-jouer-Dp9v5DOFJSs2lSneXWisxA2
Catalogo della mostra.
Foto dal catalogo della mostra.

Mari progetta degli allestimenti modulari e flessibili in cartone (materiale che utilizzerà anche per altri progetti di mostre e negozi per Danese). Il progetto di questi display in cartone presenta una connotazione architettonica che poggia sulla composizione di moduli geometrici. Questi ultimi compongono forme complesse e versatili per la divisione dello spazio o il supporto degli oggetti esposti.

La ricerca sul materiale cartone sviluppata da Mari, a partire dagli anni 1960, vedrà anche la realizzazione del progetto Il posto dei giochi (1967), un habitat gioco per bambini. Il paravento in cartone, leggero e resistente, è uno strumento lasciato alla libera fanstasia del bambino. Il display presenta delle decorazioni colorate e delle aperture di forme geometriche diverse sollecitando intepretazioni molteplici nel piccolo abitante.

 

http://materialdesign.it/it/post-it/enzo-mari-precorritore-del-design-in-cartone_13_310.htm

Tornando indietro nel tempo, agli anni 1950, un allestimento che si distingue per la sua funzione è la Libreria viaggiante (1956): un camioncino trasformato in una saletta di esposizione di libri della casa editrice Bompiani. Lo scopo del progetto era quello di raggiungere i luoghi remoti d’Italia che non avevano le librerie. Il vettore si presentava come una libreria mobile con vetrine ; all’interno c’era una collezione di libri e un salottino dove il libraio poteva ricevere e conversare con i visitatori.

 

Fonte Hans Ulrich Obrist, Enzo Mari, The Conversation Series.

Photo Chiara Rubessi. Sezione dedicata all’allestimento dalla mostra di Enzo Mari, Triennale di Milano, 2021.

Photo Chiara Rubessi. Ricostruzione della scenografia di Enzo Mari per la mostra Voudou. Vodun: African Voodoo, Triennale di Milano, 2021.

Concludiamo questo breve excursus sul tema dell’allestimento in Mari con la già citata mostra del 2011 dal titolo Voudou. Vodun: African Voodoo dove sono esposte sculture voodoo o vudù della collezione Anne e Jacques Kerchache. L’allestimento progettato da Mari presenta una serie di quinte a vista poste in circolo nella grande sala vetrata della fondazione. Ogni quinta presenta una piccola porta chiusa davanti alla quale è posizionata e illuminata dall’alto una scultura della collezione, come fosse il guardiano della casa. Entriamo, quindi, in una specie di scenografia cinematografica dove le sculture diventano i protaginisti silenziosi di un racconto tutto da scoprire e immaginare.

 

Fonte https://www.fondationcartier.com/en/exhibitions/les-tresors-du-vaudou

 

Fonte https://www.fondationcartier.com/en/exhibitions/les-tresors-du-vaudou

Terminiamo l’articolo con la fotografia dell’installazione, di grande suggestione visiva e di forte valenza simbolica,  dal titolo Allegoria della morte (un progetto di Mari che risale al 1987) che ci mostra un’area in terriccio con tre lapidi, ciascuna dotata di un simbolo; la Croce, la Falce e Martello e la Svastica. La croce allude alle religioni monoteiste, la falce e martello fa riferimento alla laicità e, infine, la svastica richiama l’idea di mercificazione evidenziata da modellini di automobili disposti nella sua direzione.

 

Photo Chiara Rubessi, Triennale di Milano, 2021.

Riferimenti online
https://www.instagram.com/triennalemilano/
https://triennale.org/eventi/enzo-mari-curated-by-hans-ulrich-obristwith-francesca-giacomelli
https://www.danesemilano.com/it/designerDetails?idDesigner=14#
https://www.fondationcartier.com/en/exhibitions/les-tresors-du-vaudou

Tra gli scritti di Mari segnaliamo
Funzione della ricerca estetica, Milano, Edizioni di Comunità, 1970
Ipotesi di rifondazione del progetto, Mlano, ADI, 1978
Dov’è l’artigiano, Catalogo della mostra, 23 aprile-3 maggio 1981, Firenze, Electa Firenze, 1981
Progetto e passione, Milano, Bollati Boringhieri, 2000
Autoprogettazione, Milano, Corraini, 2002
Lezioni di disegno: storie di carte, draghi e struzzi in cattedra, Milano, Rizzoli, 2008

Tra i progetti di Mari segnaliamo
16 Animali, 1957, Danese
Putrella, 1958, Danese
In Attesa, 1971, Danese, cestino gettacarte
Tonietta, 1987, Zanotta, sedia
Pentole Copernico, 1989, Zani&Zani
Posate Piuma, 1991, Zani&Zani
Librera componibile Ulm, 1996-98, Zanotta
Em02, scolapasta, 1997, Alessi
Squeezer, spremilimoni, 2000, Alessi
Ypsilon, cavalletti, 1999, Alessi
Eretteo, portaombrelli, 2000, Magis
Togo, appendiabiti, 2001, Magis

KISHIO SUGA. Situations

In questo post parleremo della mostra dell’artista giapponese Kishio Suga, dal titolo Situations, realizzata nello spazio Pirelli Hangar Bicocca di Milano. Una mostra che merita una maggiore attenzione data da una incessante ricerca nel costruire un dialogo tra le installazioni e lo spazio dell’esposizione.

In this postwe wantto mention the exhibition of Japanese artist Kishio Suga, entitled Situations. An exhibition that deserves special attention for a continuous search of the artist in dialogue with the space that welcomes her installations.

Figura centrale dell’arte contemporanea giapponese, Suga realizza il suo lavoro a partire dalla fine degli anni Sessanta del XX secolo come membro del gruppo MONO-HA (“la scuola delle cose”), che si forma a Tokyo tra il 1969 e il 1972.
L’artista dispone e combina materiali naturali o industriali interrogandosi sulla loro presenza fisica e sul loro rapporto con lo spazio. Suga indaga la relazione tra materia e individuo realizzando installazioni site-specific in spazi che diventano inediti.
In the late 1960s, Suga began to produce and exhibit his work as a member of the artistic group MONO-HA, wich wa formed in Tokyo between 1969 and 1972.
Taking temporary arrangement and combinations of natural and industrial materials as his starting point. His principal themes are the relationships between the individual and materials.

 

Left-Behind Situation, 1972-2016.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

La mostra Situations raccoglie oltre venti installazioni realizzate dall’artista dal 1969 a oggi riadattate nello spazio milanese. Suga realizza un percorso espositivo fatto da elementi organici e industriali (ferro, zinco, legno, pietra, paraffina, tessuto) combinati tra loro e inseriti in uno spazio altro che rende queste installazioni temporanee e precarie, tra leggerezza e imponenza, linearità e tensione.
L’artista crea uno spazio di situazioni (situazione Jōkyō) in cui vengono messi in evidenza le relazioni tra i diversi materiali che compongono l’opera e lo spazio circostante.
Situations in the first retrospective exhibition of Kishio Suga’s work organized outside Japan. The exhibition is designed like a landscape comprising organic and industrial elements (iron, zinc, wood, stones, paraffin and tissue) that blend characteristics of lightness and gravity, linearity and tension, solidity and immateriality.
Suga creates what he defines a ‘situation’ (Jōkyō) in which he underlines the existential interrelationships between the materials that compose the work and its surrounding space.

 

Continuous Existence-HB (Renkai-HB), 1977-2016.

 

Exposed Realm (Rokai), 1986-2016.

 

Square Metal Pond, 1985-2016.

 

Abandoned Situation, 1971-2016.

 

Fieldology, 1974-2016.

 

Condition of Situated Units, 1975-2016.

 

Law of Multitude, 1975-2016.