Blue Moon, omaggio alla Luna

20 LUGLIO 1969_20 LUGLIO 2019

BLUE MOON_la luna nello spazio di un museo

Sono trascorsi esattamente 50 anni dallo sbarco sulla luna e, con questo post, vogliamo omaggiare LA luna E IL SUO MISTERO. vi proponiamo di scoprire la luna attraverso la riproduzione di UN modello scientifico IN SCALA PROGETTATO da Johann Friedrich Julius Schmidt e Thomas Dickert nel 1898.

Exactly 50 years have passed since the landing on the moon and, with this post, we want to pay homage to THE MOON AND HIS MYSTERY. We propose to discover the moon through the reproduction of a scientific model of 1898 designed by Johann Friedrich Julius Schmidt and Thomas Dickert.

Questo modello, che simula la luna nello spazio di un museo – costituito da 116 sezioni di gesso su una struttura di legno e metallo – è stato realizzato per il Field Columbian Museum di Chicago.

This model, which simulates the moon in the space of a museum – consisting of 116 sections of plaster on a wooden and metal structure – was made for the Field Columbian Museum in Chicago.

questo dispositivo è il trionfo dell’illusione e della frenesia del visibile, che ha attraversato il XIX secolo, fino ad arrivare ai giorni nostri. LA LUNA è così diventatA uno spettacolo popolare RICONFIGURATA IN UNO SPAZIO SULLA TERRA. Un cambiamento nella cultura del visuale e nella concezione dello spazio che ha caratterizzato le correnti artistiche dell’epoca.

This device is the triumph of the illusion and frenzy of the visible, which has crossed the 19th century, up to the present day. The moon has thus become a popular spectacle RECONFIGURED IN A SPACE ON THE EARTH. A change in the culture of the visual and in the conception of the space that characterized the artistic currents of the time.

 

Photo Field Museum Library Getty Images.

 

 

 

Book_Simulations du monde

NEW BOOK!!!

Simulations du monde. Panoramas, parcs à thème et autres dispositifs immersifs,
MetisPresses, Genève, 2019

Depuis le 19e siècle, des espaces spectaculaires sont ingénieusement agencés afin de plonger leurs visiteurs dans d’autres lieux et d’autres époques. En bouleversant les échelles et en suspendant le temps, ces dispositifs proposent à leurs publics de faire l’expérience de mondes imaginaires ou physiquement inaccessibles.

Les panoramas, les dioramas, les parcs à thème, le cinéma, mais aussi les malls, les procédés de simulation tridimensionnelle ou l’immersion dans des réalités virtuelles ouvrent des brèches au sein de l’environnement quotidien dans le but de divertir, informer, éduquer voir manipuler des spectateurs avides de connaissances  ou d’évasion.

Fruit d’un travail collectif de chercheurs et d’artistes, cet ouvrage protéiforme nous invite à la découverte de multiples créations par des études de cas approfondies, des focus et une série d’entretiens à propos de réalisations contemporaines.
Simulations du monde interroge notre besoin profond de donner corps à des univers éloignés ou imaginaires, au travers de techniques toujours plus abouties, et questionne cette aspiration, sans cesse renouvelée, de transformer notre appréhension du réel, notre rapport à la société et à l’ailleurs.

Textes de Pascal Clerc, Jean Estebanez, Noémie Étienne, Alexandre Gillet,  Laurence Guignard, Tarik Harroud, Allison Huetz, Nicolas Leresche, Chiara Rubessi, Estelle Sohier et Jean-François Staszak.

Le volume est disponible sous deux formats : une version papier, distribuée en librairie, et une version numérique sur le site de notre éditeur, MétisPresses: OPEN_Version augmentée numérique consultable en libre accès

DEA_CALL TO ACTION !

Il collettivo di ricerca DEA-DESIGN D’ESPACE ET ALLESTIMENTO, del quale faccio parte, ha lanciato una  CAMPAGNA DI CROWDFUNDING sulla piattaforma ULULE con lo  scopo di raccogliere 1200 EURO  per portare a termine al meglio la prima conferenza InternAzionale DEA (PARIS, 13-15 JUIN 2019) sul tema dell’architettura e del design d’espace.

Se volete conoscere meglio il collettivo DEA vi invito ad andare sul Nostro sito: https://deaparis19.wordpress.com/

invece, Per curiosare e sostenere il progetto ECCO IL LINK: https://fr.ulule.com/dea-design/

 

UN GRANDE GRAZIE !

 

 

 

 

Lo spazio cinematografico in L’année dernière à Marienbad. Meccanismi e forme dell’immaginario

NEW BOOK!

AMICI DEL BLOG vi segnalo l’uscita del mio libro:

Chiara Rubessi, Lo spazio cinematografico in L’année dernière à Marienbad
Meccanismi e forme dell’immaginario, collana Fotogrammi, Aracne editrice, Roma, 2019.

Chiara Rubessi, The cinematic space in L’année dernière à Marienbad.
Mechanisms and forms of the imaginary
,
collana Fotogrammi, Aracne editrice, Roma, 2019.

Dall’incontro tra un cineasta e un romanziere, Alain Resnais e Alain Robbe–Grillet, è nato L’Année dernière à Marienbad. In questo lungometraggio entrambi gli autori trovano nuove forme di espressione estetica, segnando un passaggio importante nella storia cinematografica e letteraria. Tra memoria e immaginario, i personaggi di un imponente e regale hotel si muovono secondo una sontuosa partitura visiva, sonora e narrativa. Il volume propone un quadro interpretativo volto a mostrare come il contributo all’estetica cinematografica di questo film sia legato alla ricerca da parte degli autori di un’inedita forma di rappresentazione del tempo e dello spazio.

www.aracneeditrice.it/index.php/pubblicazione.html?item=9788825521894

 

Digital Exhibition //KUNG FU MOTION

In questo post vi parlerò della mostra digitale KUNG FU MOTION (28.4.-12.8.2018), che ho visitato lo scorso luglio 2018. La mostra si è tenuta nello spazio ARTLAB dell’EPFL (Ecole Polytechnique Fédérale de Lausanne).

Lo spazio è stato progettato nel 2016 dall’architetto Kengo Kuma. L’edificio, sviluppato in lunghezza – una lunga sottile galleria –,  gioca con larghezze differenti : la galleria rimane molto sottile nella sua estremità settentrionale – circa 5 metri–, mentre la sezione si allarga fino a 16 metri circa sulla sua estremità meridionale. Un edificio, quindi, che varia in larghezza. La forma dell’edificio ci interessa particolarmente perché influisce sul rapporto tra il contenuto della mostra, per lo più digitale (lo scopo della mostra è quello di recuperare e reinterpretare il patrimonio culturale immateriale delle arti marziali tradizionali cinesi al fine di renderlo vivente, les archives vivantes), e il contenitore, lo spazio ospite, che non sembra progettato per ospitare una mostra digitale, interattiva e immersiva.  Quali sono le resistenze manifestate da questo spazio?

La mostra è divisa in 4 sezioni tematiche: Introduzione, Kung Fu a Hong Kong, Cinema e globalizzazione, Gli archivi futuri e l’umanistica digitale.

L’allestimento della mostra, documentato bene dalle immagini che potrete vedere al link di sotto, ci mostra una scelta cromatica dovuta, il rosso, il colore del nastro di tessuto (un segno cromatico e plastico) che scorre centralmente sul soffitto per tutta la lunghezza della galleria, mentre 4 pannelli verticali rossi tratteggiano lo spazio indicando le sezioni della mostra. Le pareti laterali lasciate bianche sono ricoperte da poster, fotografie, pannelli informativi rossi e immagini in movimento.

Lo scopo dell’allestimento è quello di rendere disponibile al pubblico l’immersione e l’interattività del mondo digitale (experimental museology) cercando forme di display (per esempio, viene riproposta la visione a ciclorama o panorama con display circolare) e di supporto adatte a questi “oggetti digitali”. Si creano così spazi di visione differenti e diverse posture tra il visitatore/spettatore e “l’oggetto espositivo” (infatti convivono differenti immagini in movimento: games, visioni 3D, visione di dati, spezzoni di film, installazione, ricostruzioni virtuali, etc.). Per esempio, notiamo la collocazione di una serie di immagini in movimento all’interno di una scenografia ispirata alla Cina oppure vediamo delle zone con sedute per usufruire del tablet e/o guardare delle immagini proiettate sulla parete. O ancora, lungo il percorso sono poste delle piccole stanze con video diversi (multi-view, panoramic video, slow-motion video).

Seguendo questo schema espositivo, la prima dissonanza, a mio parere, emerge dalla geometria dello spazio (il contenitore) che forse non è nato per accogliere delle mostre dove il mondo digitale, in tutta la sua estensione, fa da protagonista. Un mondo espositivo che forse necessita di ripensare i suoi spazi fisici, per esempio più ampi e di più facile fruizione per il visitatore/spettatore. Per esempio in KUNG FU MOTION la circolazione in presenza di molti visitatori non è del tutto agevole non permettendo di utilizzare al meglio le tecnologie e penalizzando così l’immersione e l’interattività (che richiede  più tempo di sosta da parte del visitatore, come in ottica di video gioco). La mostra sovrappone diversi livelli di lettura utilizzando più tecnologie video (motion capture, motion-over-time analytics, 3D reconstruction, panoramic video) che alla fine risultano interessanti per poter sperimentare un allestimento in ottica di “oggetti digitali” (rapporto oggetto digitale-allestimento).

Tuttavia, questa mostra mette anche in luce le difficoltà nel creare un percorso di visita tenendo conto delle esigenze dello spettatore e della conformazione dello spazio : i) la ricchezza di tecnologie digitali raggruppate in uno spazio fisico che non appare adeguato ad ospitarli, ii) la sfida progettuale che vede coinvolto il designer nel cercare nuove modalità di allestimento che tengano in conto non solo “l’oggetto digitale”, ma la diversa postura del visitatore di fronte a questo tipo di oggetto e al tempo di fruizione delllo stesso.

Per concludere, la mostra digitale, con i suoi attributi,  ha bisogno di una riflessione progettuale complessa che parta dallo spazio che la ospita,  per poter ragionare sull’allestimento (display, percorso, illuminazione, colori, materiali, grafiche, etc.) che non deve solo comunicare, ma creare le miglior condizioni per l’interattività e l’immersione. Kung Fu Motion prova a interrogarsi sull’allestimento al servizio del digitale per cercare altre forme di allestimento per una mostra ormai sempre più incline all’immersione e all’interattività.

 

Kung Fu Motion examines strategies for enconding, re-enacting intangible heritage in ways that allow these archives to be “alive” in the present. The exhibition including motion capture, motion-over-time analytics, 3D reconstruction, and panoramic video.  The exhibition is divided into 4 sections: Introduction, Kung Fu in Hong Kong, Cinema and Globalization, Future archive and digital humanities. Kung Fu Motion derives from a longitudinal research project, the Hong Kong Martial Arts Living Archive (instigated in 2012). This ongoing research is a collaborayion between the international Guosha Association, City University of Hong Kong, and the Laboratory for Experimental museology (eM+), Digital Humanities Institute, EPFL [1].

OPEN_IMMAGINI DELLA MOSTRA

Bibliografia

Parry Ross, Museums in a Digital Age, NY, Routledge, 2010 // Vince Dziekan , Virtuality and the Art of Exhibition, Intellect Ltd, Chicago, 2012.

[1] Fonte: libretto esplicativo della mostra.

 

 

FestivalFilmArchitecture: Appel à projet 2018 !

L’edizione 2018 del Festival du film d’Architecture, che si terrà a Nancy dal  12 al 29 novembre, è arricchita quest’anno da un concorso che intende promuovere e sostenere il film documentario di architettura (arc. del paesaggio, arc. urbana).
La call è aperta!
http://maisondelarchi-lorraine.com/site1/2018/07/10/ffa-appel-a-projet/

 

 

Oggetti di design. La caffettiera secondo Aldo Rossi

Con il primo post del 2018 vi parleremo della stanza delle caffettiere di Aldo Rossi che si trova nella casa-museo Testori a Novate Milanese (Milano). In questo museo una stanza, la cucina, è dedicata all’esposizione di una serie di caffettiere – oggetti di uso domestico – progettate dall’architetto Aldo Rossi (1931-1997) per l’azienda Alessi (la Conica, la Cupola, e l’Ottagono). Un omaggio a un oggetto che ha abitato (e abita ancora) le case degli italiani.

With the first post of 2018 we will talk about the room of the italian coffee pots of Aldo Rossi located in the House museum Testori in Novate Milanese (Milan). In this museum, a room, the kitchen, is dedicated to the exhibition of a series the italian coffee pots, designed by the architect Aldo Rossi (1931-1997) for the company Alessi. AtributetoanobjectofItalianculture.

“La caffettiera, tra gli altri recipienti, o apparecchi domestici, si presta particolarmente a diverse trasposizioni, ed analogie con gli edifici e le forme dell’architettura. Particolarmente con cupole, campanili, minareti e non è quasi mai separata da una certa aria o stile orientale o più particolarmente turchesca nel senso settecentesco. È indubbio ma la sua presenza nelle composizioni di interni o nature morte conferisce una solidità  dell’immagine che avvicina la composizione al paesaggio e particolarmente al paesaggio urbano dove predominano torri, cupole ed edifici diversi.”

Aldo Rossi

 

Casa Testori è la casa dove ha vissuto Giovanni Testori (1923-1993), scrittore, drammaturgo, pittore, critico d’arte, poeta, regista, attore, uno dei più importanti intellettuali italiani del Novecento. La casa museo è composta da circa 20 stanze divise su due piani e collegate da uno scalone centrale dove sono raccolte le collezioni d’arte e design della famiglia Testori.

Tra bozzetti e vetrine questi oggetti di uso quotidiano sono esposti come piccole sculture colorate su supporti di vetro alle pareti o, invece, esposti al centro della stanza su totem – a diverse altezze – bianchi e conservati in bacheche di vetro.

 

Fonti e riferimenti: immagini rilevate dal sito web Casa Testori. Bozzetti e progetti di Aldo Rossi si trovano sul sito della Fondazione Aldo Rossi.

Fondazione

Per visitare Casa Testori

EDUCATIONAL

CFP // INTERIOR-INFERIOR-IN THEORY?

CONTEMPORARY POSITIONS IN INTERIOR DESIGN THEORY
INTERNATIONAL CONFERENCE
17-18 MAY 2018, BERLIN
International conference organised by BAU International Berlin – University of Applied Sciences, Prof. Dr. Carola Ebert, Chair of Interior Design, History and Theory of Architecture and Design, in cooperation with Architektenkammer Berlin, Bund Deutscher Innenarchitekten, European Council of Interior Architects and Netzwerk Architekturwissenschaft.

http://http://www.interior-theory.org/

Exhibition // R100 Rinascente stories of innovation

In questo nuovo post vogliamo scrivere della bella e articolata mostra sulla storia della Rinascente di Milano, R100 RINASCENTE STORIES OF INNOVATION (Milano, Palazzo Reale 24.05_24.09.2017). Undici sale di Palazzo Reale allestite per raccogliere la storia di un simbolo della Milano che si è affermata come motore economico dell’Italia postunitaria.

La Rinascente festeggia i 100 anni del suo nome, ideato da Gabriele D’Annunzio su commissione di Senatore Borletti, che acquistò i grandi magazzini Bocconi nel 1917, promuovendone la rinascita. La mostra si articola in un percorso tematico dedicato agli ambiti in cui l’azienda milanese ha dimostrato una straordinaria capacità proegettuale e realizzativa, la storia della crescita della Rinascente dal 1865 ad oggi. Di seguito i temi delle sale:

01. Timeline 02. Marcello Dudovich e la nascita della cartellonistica pubblicitaria 03. cataloghi e giornali aziendali 04. il grande magazzino nel cinema 05. l’architetture del grande magazzino, gli allestimenti esterni e interni, gli eventi 06. la società dei consumi nell’arte 07. la stagione d’oro della nuova grafica 08. la Rinascente e la nascita del prêt-à-porter 09. il Centro design della Rinascente 10. il Premio Compasso d’Oro 1954-1964 11. lo scenario futuro.

La Rinascente is celebrating the centennial of its name, devised by Gabriele D’Annunzio commissioned by Senatore Borletti, who bought the Bocconi department stores in 1917 and breathed new life into them. This exhibition follows an articulated thematic path dedicated to the areas where the firm has shown its extraordinary ability to conceive and achieve:

01. Timeline-The history of La Rinascente from 1865 to the present day 02. Marcello Dudovich and the rise of advertising posters 03. catalogues and house organs 04. the departement store in the cinema 05. the department store’s architecture and designing internal and external displays and events 06. the consumer society in the arts 07. the golden age of new graphic design 08. la Rinascente and the rise of prêt-à-porter 09. La Rinascente’s design centre 10. the birth of the Compasso d’Oro Award 1954-1964 11. Futur scenarios.

 

01 I pannelli illustrano l’evoluzione di milano in città moderna e cosmopolita.

01 The panels illustrating milan’s evolution into a modern, cosmopolitan city.

 

02 L’archivio della rinascente (http://archives.rinascente.it). la proiezione su uno schermo circolare offre una ricca selezione di queste immagini preziose che ripercorrono la storia della rinascente e dei suoi protagonisti.

02 Rinascente has reconstructed its history and identity by delving into public and private archives (http://archives.rinascente.it). THE PROJECTION ON A CIRCULAR SCREEN OFFERS VISITORS A RICH SELECTION OF IMAGES COVERING THE ENTIRE HISTORY OF LA RINASCENTE AND THE PEOPLE WHO MADE IT HAPPEN.

 

Risultati immagini per oma amo la rinascente

03 A parete un montaggio di fotografie, schizzi e bozzetti di dudovich mostrano il percorso creativo dell’artista.

03 THE PHOTOGRAPHS, PREPARATORY DRAWINGS AND SKETCHES BY DUDOVICH ON THE WALL ILLUSTRATE THE ARTIST’S CREATIVE PROCESS.

 

04 Un grande libro consultabile riproduce tutti i fascicoli dell’house organ digitalizzati e pubblicati nel sito rinascente archives.

04 A LARGE REFERENCE BOOK REPRODUCING ALL THE ISSUES OF THE HOUSE ORGAN HAS BEEN PUBLISHED IN THE RINASCENTE ARCHIVES WEBSITE.

05 Il cinema e la rinascente. vicende comiche, romantiche e drammatiche accadono tra le vetrine e i reparti della rinascente. il magazzino milanese diventa la perfetta  scenografia per raccontare storie quotidiane di donne e uomini, clienti e dipenedenti, poveri e ricchi.

05 COMICAL, ROMANTIC AND DRAMATIC TALES UNFOLD IN FRONT OF LA RINASCENTE’S DISPLAY WINDOWS AND IN ITS DEPARTMENTS: STORIES ABOUT MEN AND WOMEN, RICH AND POOR, CUSTOMERS AND EMPLOYEES.

 

06 La forma di comunicazione per il grande magazzino, l’architettura e la ricerca sugli allestimenti interni ed esterni. in mostra display creati da importanti designer per la rinascente.

 06 THE MOST  IMMEDIATE FORM OF COMMUNICATION FOR A DEPARTMENT STORE IS THE BUILDING’S ARCHITECTURAL DESIGN AND THE WAY THAT THE INTERNAL AND EXTERNAL DISPLAYS ARE DESIGNED AND CREATED TO ATTRACT ATTENTION AND SHAPE ITS CUSTOMERS’ IMAGINATION.

 

07 In questa sala si vuole raccontare l’evoluzione dei consumi attraverso i suoi oggetti culto, in un allestimento che ricorda l’architettura dei grandi magazzini.

07 THIS SECTION TELLS THE STORY OF THE EVOLUTION IN CONSUMERISM THROUGH HOW IT WAS INTERPRETED BY THE LEADING ARTISTS OF THE TWENTIETH CENTURY, IN A SETTING REMINISCENT OF THE ARCHITECTURE OF LA RINASCENTE.

 

08 Il rapporto tra l’arte e architettura, design e grafica, in mostra bozzetti originali eseguiti per la rinascente.

08 ON THE WALL ARE ORIGINAL SKETCHES THAT HAVE NEVER BEFORE BEEN SHOWN IN MILAN.

09 Un suggestivo allestimento reinterpreta gli interni del grande magazzino e conduce attraverso molteplici invenzioni il visitatore a scoprire i fondamentali capitolo che la rinascente ha scritto nella storia della moda, della grande distribuzione e della comunicazione.

09 AN EVOCATIVE INSTALLATION INTERPRETS LA RINASCENTE’S INTERIORS.

 

10 Sezione dedicata al premio compasso d’oro dove sono esposti oggetti significativi di uso comune che ricordano come la rinascente abbia aperto al grande pubblico l’accesso a beni di consumo di qualità a prezzi contenuti, operando come scuola di gusto e modernità.

10 DEVOTED TO THE FIRDT TEN YEARS OF THE COMPASSO D’ORO.

 

11 Infine, l’ultima sala è dedicata alla realtà digitale e di comunicazione della Rinascente attraverso contenuti volti a descrivere l’esperienza Rinascente.

11 THE EXHIBITION’S LAST SECTION EXPLORE THE DIGITAL SIDE OF LA RINASCENTE’S EXPERIENCE.

 

PROJECT by OMA/AMO DESIGNED EXHIBITION. Photo Copyright © 2017 Chiara Rubessi.

 

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