Oggetti di design. La caffettiera secondo Aldo Rossi

Con il primo post del 2018 vi parleremo della stanza delle caffettiere di Aldo Rossi che si trova nella casa-museo Testori a Novate Milanese (Milano). In questo museo una stanza, la cucina, è dedicata all’esposizione di una serie di caffettiere – oggetti di uso domestico – progettate dall’architetto Aldo Rossi (1931-1997) per l’azienda Alessi (la Conica, la Cupola, e l’Ottagono). Un omaggio a un oggetto che ha abitato (e abita ancora) le case degli italiani.

With the first post of 2018 we will talk about the room of the italian coffee pots of Aldo Rossi located in the House museum Testori in Novate Milanese (Milan). In this museum, a room, the kitchen, is dedicated to the exhibition of a series the italian coffee pots, designed by the architect Aldo Rossi (1931-1997) for the company Alessi. AtributetoanobjectofItalianculture.

“La caffettiera, tra gli altri recipienti, o apparecchi domestici, si presta particolarmente a diverse trasposizioni, ed analogie con gli edifici e le forme dell’architettura. Particolarmente con cupole, campanili, minareti e non è quasi mai separata da una certa aria o stile orientale o più particolarmente turchesca nel senso settecentesco. È indubbio ma la sua presenza nelle composizioni di interni o nature morte conferisce una solidità  dell’immagine che avvicina la composizione al paesaggio e particolarmente al paesaggio urbano dove predominano torri, cupole ed edifici diversi.”

Aldo Rossi

 

Casa Testori è la casa dove ha vissuto Giovanni Testori (1923-1993), scrittore, drammaturgo, pittore, critico d’arte, poeta, regista, attore, uno dei più importanti intellettuali italiani del Novecento. La casa museo è composta da circa 20 stanze divise su due piani e collegate da uno scalone centrale dove sono raccolte le collezioni d’arte e design della famiglia Testori.

Tra bozzetti e vetrine questi oggetti di uso quotidiano sono esposti come piccole sculture colorate su supporti di vetro alle pareti o, invece, esposti al centro della stanza su totem – a diverse altezze – bianchi e conservati in bacheche di vetro.

 

Fonti e riferimenti: immagini rilevate dal sito web Casa Testori. Bozzetti e progetti di Aldo Rossi si trovano sul sito della Fondazione Aldo Rossi.

Fondazione

Per visitare Casa Testori

EDUCATIONAL

Esporre #1

… riflessioni attorno alle

pratiche d’agencement …

 

Mies van der Rohe ha sostenuto nel saggio dal titiolo Zum Thema : Ausstellungen (1928) [1] che il compito delle esposizioni future sarebbe stato quello d’ “intensificare la vita” : renderla più intensa, rafforzarla. In questo senso, l’atto espositivo avrà il compito d’intensificare l’esperienza del visitatore ricorrendo a quelle forme di allestimento capaci di rappresentare, in un dato spazio, un’idea coerente di progetto. Forme di allestimento che, come prodotto culturale di un’esposizione, presentano meccanismi interni che compaiono, si evolvono e, in seguito, si ripetono consolidandosi nel corso della storia.

In questo breve articolo ci occuperemo di una prima tipologia di allestimento, che vede l’isolamento dell’oggetto come focus allestitivo. Dobbiamo, al tal fine, considerare che le diverse tipologie allestitive (che saranno oggetto dei prossimi articoli) non sempre garantiscono il senso della proposta, ma rendono possibile il mantenimento di una direzione rigorosa di progetto.

Questa tipologia d’allestimento ha lo scopo d’isolare un oggetto inserendolo in uno spazio vuoto, su uno sfondo distante o piatto, il più delle volte senza alcuna informazione. Questa soluzione è concepita per rafforzare la relazione tra l’oggetto e il visitatore e tra la forma e lo spazio espositivo, creando eterogeni effetti scenografici.

 

1954-56, Pietà Rondanini di Michelangelo, Sala degli Scarglioni, Castello Sforzesco, Milano
1956-63, Sala degli Scarlioni, Castello Sforzesco, Milano.
Pietà Rondanini di Michelangelo, allestimento BBPR.

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1984, Palazzo Sogetsu Kaikan, Tokyo.
Italian Design, allestimento Pierluigi Cerri (Gregotti Associati).
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1984, Palazzo Strozzi, Firenze.
Fortuny nella Belle Epoque, allestimento Rostagno e Pettini.
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1934, Sala di Icaro, Esposizione dell’Aeronautica italiana al Palazzo dell’Arte della Triennale di Milano, 1934.
Allestimento Giuseppe Pagano, scultura Marcello Mascherini, pittura murale Bruno Munari.

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[1] Saggio pubblicato nel 1928 su “Die Form”, 3, 4.