Esporre #3

… riflessioni attorno alle

pratiche d’agencement

 

In questo articolo ci occuperemo della tipologia allestitiva che vede nell’accumulazione e nell’esposizione non articolata degli oggetti il suo focus.

L’insieme degli oggetti in mostra occupa tutto lo spazio espositivo facendo percepire al visitatore una totalità spaziale. Gli oggetti sembrano, dunque, inclusi in un armonico microcosmo che non necessariamente deve trasmettere delle informazioni (secondo una gerarchia), ma semplicemente manifestarne la presenza. In tal senso favorendo un confronto diretto, immediato con l’oggetto. In questo caso possiamo dire che la funzione dell’allestimento è quella di essere un medium non il fine.

Il tipo di allestimento in questione tende, a volte, a operare come un effetto immagine. Questa tipologia di allestimento, infatti, può nascere da una i) necessità quantitativa : esporre più oggetti possibili in un dato spazio senza darne un’articolazione particolare (che ricorda la pratica del collezionista, come il museo di John Soane a Londra) ii) oppure dalla volontà di esporre tanti oggetti per costruire  una visione sintetica globale attraverso la ricerca di nuove dimensioni spaziali (come l’Abstraktes Kabinett, il gabinetto astratto di El Lissitzky nel Landes-Museum a Hannover). Di seguito alcuni esempi di questa tipologia d’allestimento e delle declinazioni  i) e ii).

 

Museo d’Arte di San Paolo, allestimento Lina Bo Bardi.

 

Sensidivini, Triennale di Milano, allestimento Migliore+Servetto, 2004.

 

Allestimento mostra 2014 , Formafantasma
 Prima Materia, Stedelijk Museum’s-Hertogenbosch, allestimento Formafantasma, 2014.
Prima materia
Prima materia

 

The New Italian Design 2.0, allestimento Andrea Branzi, Triennale di Milano, 2013.
The New Italian Design 2.0, allestimento Andrea Branzi, Centro cultural la Moneda, Santiago del Cile, 2014.

 

Casa Boschi di Stefano, Milano.
Museo Archeologico, Milano.
Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia, Roma.